👦 Mio malgrado e quasi per caso, ho dovuto spiegare a un gruppo di bambini chiassosi e dagli occhioni grandi e ridenti, in parole semplici, un argomento difficile, più spaventoso dell’uomo nero: il cambiamento climatico.
Non ho figli e ho sempre avuto un rapporto particolare con i bambini, cioè li tratto da adulti. Il più delle volte apprezzano. Altre, mi guardano come guarderebbero una sedia che parla e ha gli occhiali.
Ma come si fa a parlare di qualcosa di così complesso, e spesso tragico, a chi guarda il mondo con occhi pieni di meraviglia e di stupore?
📖 L’unico modo era iniziare con un racconto, come nelle fiabe. E come nelle fiabe c’era una volta un giardino meraviglioso: il nostro pianeta. Un giardino che ha bisogno di aria e acqua pulita, sole e cure per essere rigoglioso e ospitale, ma che ultimamente è tanto trascurato.
Ho chiesto: “cosa succede se non annaffiamo una pianta o lasciamo la spazzatura nel prato?”. Hanno risposto: “muore!”, “non cresce più”, “puzza”.
🌿 Allora ho spiegato che il cambiamento climatico è un po’ come abbandonare quel giardino, ma che possiamo però rimboccarci le maniche e sistemarlo tutti insieme.
Poi un bimbetto, alto un palmo e mezzo, mi guarda serio serio e mi piazza la domanda delle domande in calcio d’angolo: “perché, gli adulti non lo fanno già?”, “noi che possiamo fare? Siamo piccoli”.
I bambini non si perdono in tecnicismi o in tentativi patetici di nascondere la realtà. Quella è prerogativa degli adulti. Vogliono sapere la verità, ma anche cosa possono fare per cambiare le cose. Per loro, tutto è ancora possibile. E se è vero che il mondo in cui viviamo glielo stiamo lasciando piuttosto malandato, da veri pirati, è altrettanto vero che il loro entusiasmo può essere contagioso, fa sperare.
In un articolo che ho scritto per TrendSanità – Policy & Procurement in HealthCare sull’ecoansia tra i giovani, è emerso da un’indagine di ScuolAttiva Onlus che quasi il 97% dei bambini intervistati crede di poter fare la differenza attraverso piccoli gesti quotidiani, dimostrando la volontà di contribuire attivamente alla tutela del pianeta.
Confrontando le risposte dei bambini con quelle delle loro insegnanti, è emerso quanto, invece, siano gli adulti a essere più scettici sulla possibilità di portare avanti un vero cambiamento.
🧡 Mi sono portata a casa una sensazione un po’ confusa, un mix tra malinconia e gioia, ma anche una promessa nel cuore: scrivere, raccontare e agire in modo che quel giardino, il nostro pianeta, torni a essere un luogo ospitale per loro, in cui possano correre, sognare, crescere e magari creare una società più giusta in cui non conta solo il profitto, i soldi, il potere, la ricchezza esibita. Contano le persone.
🌈 Spiegare il cambiamento climatico ai bambini mi ha insegnato qualcosa di semplice e potente: non basta parlare di speranza, bisogna costruirla, bisogna agire.